I sondaggi in Campania nelle due ultime elezioni locali “di peso” (Regionali 2020 e Napoli 2021) hanno fatto un flop clamoroso.
Nel 2020 tra il risultato finale De Luca al 69,48 per cento e la media di tutti i sondaggi ci furono 19,48 punti. Sottovalutato De Luca sopravvalutati – e di parecchio – Caldoro (centrodestra) e Ciarambino (M5S).
Solo Winpoll si avvicinò al voto reale ma tre mesi e mezzo prima delle elezioni: un tempo, nella formazione del consenso politico, abbastanza siderale da essere considerato reale. Ma fu l’unico sondaggio ad avvicinarsi.
Stesso canovaccio in occasione delle elezioni comunali del 2021 a Napoli.
Sottovalutato il vincitore Manfredi (62 il voto reale, 45 la media dei sondaggi), sopravalutatissimi Maresca (centrodestra) e l’ex sindaco Bassolino.
Veniamo al 2025. Girano tanti sondaggi ma prendendo solo quelli “regolari” – e al momento sono solo tre – registrati alla presidenza del Consiglio si nota che esistono alcune relazioni tra la platea e la fluttuazione del risultato previsto dei candidati.
Il numero dei sondati e il numero dei contattati: arrivano troppe telefonate dai call center e sempre più spesso se si vedono numeri “curiosi” o non registrati in rubrica e non si risponde.
Quindi, c’è un grande turn over che potrebbe penalizzare l’accuratezza del campione, cioè il rispetto delle caratteristiche del sondaggio (età, sesso, residenza ecc.)
Per esempio il sondaggio di Tecné – che è il più favorevole al candidato del centrodestra – per ottenere 1.000 risposte ha contattato 7.871 persone. Cioè solo il 12,7 per cento ha risposto positivamente alla richiesta di partecipare al sondaggio.
Sempre per ottenere mille risposte il sondaggio Swg (il più favorevole al candidato del cosiddetto Campo largo) ha contattato 4.951 persone, il tasso di risposta del 20,2%.
Altro elemento da considerare: il numero dei giorni nei quali viene realizzato il sondaggio.
Si passa dai due di Tecné, agli otto di Swg, ai sei di Doxa
Ora è del tutto normale che in otto giorni le opinioni possano cambiare.
E, quindi, le stesse persone che hanno risposto n un modo il primo giorno, potrebbero del tutto normalmente rispondere diversamente nell’ultimo giorno.
Terzo elemento. Tecné e Swg alla domanda fondamentale del sondaggio “a quale candidato Presidente darà il suo voto?” restituiscono la cosiddetta “forchetta” cioè un intervallo tra un valore minimo e uno massimo possibile. Ed è una cosa curiosa perché a una domanda con risposte chiuse (il nome dei candidati, dove sarebbe prevista una sola risposta) è curioso poi avere variabilità nelle risposte. Ma tant’è.
Conclusioni: considerato il passato la cautela non guasta. Anche se sia nel 2020, sia nel 2021 pur sbagliando clamorosamente le proporzioni nessuno dei sondaggi (fatti nei sei mesi precedenti il voto) ha sbagliato il vincitore (De Luca e Manfredi).
Anche questi tre sondaggi sono unanimi nel predire il vincitore (Fico) con un distacco medio di dieci punti.
Vedremo come andrà a finire.
Concordo,sondaggi da prendere con le pinze…Contatti e risposte telefoniche lasciano il tempo che trovano.Ormai ci siamo.Il risultato lo sa San Gennaroo