Il bond, il brut & il cattivik

Oggi 12 novembre 2025 il Corriere della Sera pubblica una puntata di Data Room, lo spazio di approfondimento con i numeri, gestito da Milena Gabanelli dal titolo “Attacco a eolico e solare, chi paga davvero il conto”.

Si chiede la Gabanelli cosa frena lo sviluppo delle energie rinnovabili ed elenca una serie di oppositori allo sviluppo delle rinnovabili: la Regione Sardegna, la Regione Piemonte, la Regione Calabria e ben 120 comitati contrari all’installazione degli impianti.

Si spiega che le rinnovabili sono pulite, si possono riciclare quasi del tutto i materiali usati e le molte fake news sul settore e le lobbies dei fossili.

Tutto giusto, tutto vero. Però. Non c’è un solo numero sugli impianti e sulla loro dislocazione territoriale.

C’è un solo grafico su sette attentati in 14 mesi a impianti eolici: 4 in Sardegna e tre nel Mugello!

Diamo qualche numero sull’eolico. Fonte Gse. Ultimi dati relativi al 2023 pubblicati a marzo 2025.

In Italia ci sono 6.019 impianti: 5.574 nel Sud (il 92,6 %), 103 nel Nord e 342 nel Centro.

Qui il dettaglio regionale.

Non è finita qui: tra il 2020 e il 2023 (con in mezzo una sorta di alleggerimento delle procedure autorizzative) il Nord ha aggiunto 5 impianti, il Centro 37, il Sud 344!

Le pale eoliche per come sono state messe in modo estensivo in alcune aree hanno rovinato il paesaggio, in taluni casi lo hanno distrutto: ci sono intere aree che ora sono plasmate dalla presenza delle pale.

Certo sono necessarie per la produzione di energia pulita, ma forse in una differenziazione territoriale cosi divaricata c’è anche dell’altro?

E’ facile immaginare che ci sia un dato tecnico (le Alpi forse non sono idonee) e uno paesaggistico: nessuno permetterà di rovinare la campagna toscana o quella umbra con questi mostri. ma anche tante altre zone a minore impatto mondiale si sono salvate.

E allora?

Perché tante pale nel Sud e chi è chiamato ad accelerare come sollecita la Gabanelli e le potenti lobbies dell’eolico per raggiungere gli obiettivi ?

Il meccanismo dell’eolico è un meccanismo win-win, cioè vincono tutti, va bene a tutti.

Anzitutto gli incentivi (il sistema è cambiato, in passato era più generoso ma c’è), poi il fitto dei terreni (business per i proprietari), soprattutto di terreni marginali (ma anche quelli buoni, lo spazio occupato dagli impianti è modesto) l’occupazione locale (serve gente per la manutenzione costante e sorveglianza), i comuni beccano le royalties e come accade danno la lista delle persone da assumere.

Poi i sindaci vanno alle fiere di settore e proclamano il verbo.

Tutto bene dunque: c’è chi produce l’energia (il Sud) e chi la consuma (il Nord).

Bastano i vantaggi locali? Ci si può fare qualche domanda o si rischia di essere bacchettati?

Chi è chiamato a recuperare il gap di rinnovabili che manca e che la Gabanelli ha sollecitamente indicato?

 

 

 

Una risposta

  1. La Basilicata fa storia a se’ con una Regione scarsamente efficace nell tutelare il territorio,quasi sorpresa che dal Ministero arrivino richieste di progetti per nuovi impianti,cone una bomba a orologeria…E con una Societa’ energetica lucana evanescente.Del resto gli.accordi per estrazioni petrolifere si firmano altrove…

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